Sulla strada della vita sperimenti l’amicizia, l’amore, l’attesa, la fatica e la sofferenza.
Per tutti, giovani o adulti, non sempre è chiara oggi la meta ma fondamentale è la ricerca
di qualcosa che valga la pena conoscere.
Per le nuove generazioni è centrale il tema dell’identità e dell’accettazione del sé; star
bene con se stessi per star bene con gli altri.
Secondo il sociologo Bauman nella Società Fluida nulla ha contorni nitidi e il sentimento
principale che affligge l’uomo postmoderno è il disagio, che ha origini principali nel
problema dell’identità e individua tre figure per me- glio comprendere la questione:
Il Pellegrino che è il ritratto dell’uomo che sta costruendo la sua vita, il suo futuro, la
sia identità, conscio del fatto che domani ci sarà un futuro;
Il Vagabondo che è caratterizzato dalla mancanza di radici e stabilità;
Il Turista che a differenza del vagabondo ha una casa ma si sposta temporaneamente alla
continua e febbrile ricerca di sensazioni e di piaceri.
Nelle varie fasi della vita non solo l’istante rapido e fugace ha valore bensì è il percorso
e le tappe che lo costituiscono che ci fanno crescere dentro e maturare.
Nel suo testo I Vangeli della speranza don Agostino cita la frase di Proust: “Il vero
viaggio di scoperta non consi- ste nell’andare in cerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere
occhi nuovi”.
Il mio viaggio è questo...
Prima la pandemia che ha spazzato via tutte le nostre granitiche certezze e ci ha sbattuto
in faccia la nostra vulnerabilità.
E ora l'incubo della guerra con i suoi orrorie con i suoi effetti collaterali sconvolgenti.
Una tragedia dopo l’altra.
Buia la notte.
Ci sentiamo smarriti, senza più alcun puntodi riferimento.
Abbiamo bisogno di una bussola, ma quale?
Ci sentiamo insicuri, ma a quale roccia aggrapparci?
Ci sentiamo impotenti, ma che fare?
Che fare per fermare la nostra folle corsa verso il baratro?
Buia la notte.
Come quello di Maria, anche il nostro “Eccomi!” può cambiare la storia. Con il loro “sì” o il loro “no” nel mettersi in gioco, tutti possono incidere sul calendario della vita, nostra e degli altri, per rigenerare il modo di approcciarsi al mondo, alle per- sone, all'ambiente.
Non è l’eccomi di un momento casuale, colto per caso dall'obiettivo o da un racconto, ma è l’eccomi di una scelta di partecipazione, di amore, di vicinanza, di amicizia. Non è un eccomi detto con il collo torto: nel Vangelo Maria, madre di Gesù è partecipe, attiva, consapevole che il disegno di Dio si realizza in lei, qualunque esso sia. E questo illumina l’intera sua esistenza, in ogni istante, anche nel vivere i momenti più dolorosi. Lei c'è, è lì.
Può essere l’inversione fondamentale di rotta nella storia dell’umanità, una nuova consapevolezza dell'essere partecipi, responsabili e “coinvolgibili” nell'aprirsi al mondo ed ai suoi problemi sempre più pressanti. ECCOMI! Può essere la risposta alle innumerevoli domande del nostro tempo, la scelta di una partecipazione che in questi anni si è fatta via via sempre più scarsa e rarefatta, complice anche la pandemia.
Se uno spettro si aggira oggi per il mondo, certamente è quello della vecchiaia. Nel
nostro mondo vecchio, la vecchiaia onnipresente si patisce, si consuma, si esorcizza,
negandosi con un’intensità che vale la sua più decisa affermazione;
rappresenta la nostra grande paura, l’incapacità di misurare i nostri confini,
di abitare un tempo che, apparentemente sottomesso, continua a sfuggirci irreversibilmente.
L’aumento della vita media della popolazione italiana è ormai un dato di fatto:
secondo gli indicatori Istat del 2018, gli individui di 65 anni e più rappresentano
il 22,6% della popolazione totale, quelli di 80 anni e più sono il 6,9% del totale,
mentre le persone oltre i 90 anni si attestano all’1,2%. Si tratta di un fenomeno che
col passare degli anni presenterà sempre più aspetti problematici di una
notevole gravità sia dal punto di vista sanitario che da quello relazionale
affettivo. La vecchiaia altrui può far ridere, la propria è una questione
serissima soprattutto quando coinvolge i figli di coloro che sono molto avanti negli anni e
nella solitudine.
Sin dall’inizio del concorso fotografico e letterario dedicato, alla memoria di don
Agostino Cantoni, prete, filosofo, insegnante, educatore e parroco, abbiamo compiuto la
scelta dei temi in attenzione ai segni dei tempi, dei quali, don Agostino, è sempre
stato intelligente lettore e interprete.
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vincitrici
Le donne viste come una parte di cielo; come un universo a sé stante, che sta attorno
alla terra, vicino alla terra, si mescola alla terra e, contemporaneamente, è
lontano, inspiegabile, inconoscibile nelle sue forme, nei suoi limiti, nelle sue risorse.
Quello femminile è un universo misterioso e attraente insieme, esaltante e capace di
intimorire. Non a caso tutte le culture hanno plasmato la propria immagine della donna, ne
hanno definito significati, ruoli, compiti, spazi di movimento e d'azione. Amate, odiate,
temute, cercate, allontanate, demonizzate, mitizzate, denigrate, venerate, usate,
disprezzate, invocate, le donne sono spiriti eletti, dotate di una capacità unica di
sentire e vivere la vita.
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L'avvento di Internet nell'era cosiddetta digitale ha modificato non solo il funzionamento di
tanti oggetti di uso comune ma anche la comunicazione che sta alla base delle relazioni
umane. I soggetti della comunicazione e lo stesso contenuto della comunicazione hanno
vissuto uno straordinario mutamento ai diversi livelli della vita sociale, culturale,
scolastica, ecc.
Molti si interrogano sui benefici e sui pericoli insiti in questa grande trasformazione
frutto dell'intelligenza umana applicata alle tecnologie più sofisticate e complesse.
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Il tema scelto è strettamente attuale: basta sfogliare un giornale o accendere la
televisione per percepire i segnali della paura e dell'insicurezza che agita la
quotidianità . “Terrorismo, malattie, catastrofi naturali, sono tante le situazioni
socio-culturali che generano ansia e angoscia nelle persone” spiegano gli organizzatori, che
seguendo le orme di don Agostino invitano giovani e adulti a riflettere sul tema. Dare una
lettura dei segni del tempo, trovare nuove chiavi, nuovo ottimismo, fronteggiare la paura e
scavalcarla con il coraggio di andare oltre l'inquietudine e avere fiducia in se stessi, nel
prossimo e nel futuro.
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L'avvento di Internet nell'era cosiddetta digitale ha modificato non solo il funzionamento di
tanti oggetti di uso comune ma anche la comunicazione che sta alla base delle relazioni
umane. I soggetti della comunicazione e lo stesso contenuto della comunicazione hanno
vissuto uno straordinario mutamento ai diversi livelli della vita sociale, culturale,
scolastica, ecc.
Molti si interrogano sui benefici e sui pericoli insiti in questa grande trasformazione
frutto dell'intelligenza umana applicata alle tecnologie piú sofisticate e complesse.
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Linguaggio comune giornalistico il termine ecologia è spesso adoperato per indicare la
necessità di conservare e difendere la natura e l'insieme dei provvedimenti rivolti a
eliminare quanto può turbare l'equilibrio dell'ambiente naturale (dizionario
Treccani)
In questo contesto si inserisce anche la recenta lettera enciclica di papa Francesco
"Laudato si'. sulla cura della casa comune" non è un documento neutrale.
Il papà ascolta sia il grido di protesta dell'umanità che soffre, in
particolare dei poveri, sia il segno della sorella Madre Terra per il male con cui è
trafitta per l'uso il responsabile e l'abuso dei beni, da parte dei dominatori dei
saccheggiatori che prendono il posto di Dio o prendendosi dei, si credono proprietari e
padroni delle creature, doni di Dio.
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Un dato inequivocabile: la crisi del lavoro. Migliaia di aziende piccole e grandi chiuse in
questi anni, milioni di disoccupati come simbolo evidente della crisi del mondo del lavoro.
Oggi è piú importante avere un lavoro, oppure un tipo particolare di
lavoro?
Un lavoro può essere ambito in relazione al guadagno, al potere, al prestigio,
alla fama che procura, ma non sarà dignitoso se chiede al lavoratore di rinunciare ai
valori che rendono la vita degna d'essere vissuta: guadagnare la vita ma perdere le ragioni
del vivere non è degno dell'uomo perchà� non lo realizza nella sua
umanità .
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Come si vive in questo tempo di crisi che sembra un pantano? Ripartire dalla relazione con
gli altri, o gli altri sono un peso da evitare o al piú da usare?
Chiudersi per paura dell'altro, o aprire relazioni gratuite; paura del diverso e dello
straniero, o condivisione e accoglienza; rassegnazione o speranza?
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Una fatica della vita è la lettura dei "Segni dei tempi" e in particolare del proprio
tempo.
Gli anni 60/70 sono stati gli anni dell'impegno sociale con l'importanza delle
esperienze di gruppo e comunitarie. gli anni 70/80 sono diventati i tempi del privato quando
tutti tirano i remi in barca e le relazioni divennero ardue.
Gli anni 90 sono stati quelli del tempo del privato ricco intriso di soggettivismo
morale e ricerca dell'effimero. Improvvisamente ora, oltre il 2000, ci troviamo nel tempo
della crisi. Siamo in grado di aprire gli occhi per ricercare il significato e la risposta
al nostro tempo?
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Piú volte don Agostino ha richiamato la frase di un personaggio di Dostoevskij: “La
bellezza salverà il mondo”.
La bellezza c'è e si può... fotografare. Non può, un concorso del
genere, diventare una caccia a ciò che vi è di piú bello?
Non vi è solo la bellezza fi sica: c'è anche la bellezza del donare, di
un gesto, la bellezza del sorriso di un bambino o di un anziano.
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La rappresentazione della dimensione della fede riguarda un evento ineffabile, la sfida
è quella di analizzarla come percorso narrativo in un'immagine.
L'immagine fotografica può essere specchio del reale, oppure può
esplorare un diverso mondo, anche distante dall'apparenza del visibile
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